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IoT: Internet degli oggetti
gennaio 2016 ↓ scarica pdf archivio >>

Corriere Economia - 18 gennaio 2016

Continua nel 2016 la corsa inarrestabile della tecnologia IoT (Internet of things). Gli oggetti connessi al web, destinati ad accompagnarci sempre più nella vita quotidiana. Gli analisti Gartner hanno stimato che nei prossimi dodici mesi oltre 6,4 miliardi di dispositivi digitali saranno collegati alla Rete. In crescita del 30% sul 2015. Con la stima di toccare 20,8 miliardi nel 2020. Un assaggio di quanto arriverà a breve nelle nostre abitazioni, lo si è avuto al recente Ces di Las Vegas. La Fiera dell’elettronica da poco conclusa nella capitale del Nevada. Qui si è toccato con mano l’hitech delle case 3.0.

Frigoriferi che controllano cosa mangiamo e ordinano la spesa quando si svuotano. Lavatrici che scambiano informazioni con i centri assistenza per la manutenzione. E poi sensori e videocamere per la sorveglianza di bambini e anziani. Nonché una serie infinita di braccialetti, orologi e gadget “intelligenti” per gestire fitness e salute. Inclusi quelli di dubbia utilità come forchette per avvisarci della velocità con cui inghiottiamo il cibo e spazzolini per aiutarci a lavare i denti.

Ma come reagiscono gli italiani di fronte alla nuova tendenza tecnologica? Una fotografia dettagliata di quanto ci aspetta la fornisce Deloitte. Nella recente ricerca «Global mobile consumer Survey 2015», ha affrontato l’argomento IoT. Fornendo in esclusiva a Corriere Economia i risultati. Ne emerge un Italia a due marce, con differenti reazioni e disponibilità delle persone. In testa agli IoT nelle case degli italiani troviamo la Smart Tv. Con il 14% di presenze, contro il 10% della media europea. Spiega a proposito Alberto Donato, partner Deloitte: «la tivù resta la regina della casa, l’elettrodomestico di maggiore utilizzo che gli italiani cambiamo con più frequenza. Con l’arrivo delle smart Tv risulta anche il più connesso al web, sia per surfare online dalla poltrona, sia per guardare programmi in broadcasting e dalle pay-Tv».

Con una nuova variante d’uso. Si sta imponendo come strumento di controllo di altri web-oggetti domestici. E’ il fulcro di un sistema «telecentrico» in grado di svolgere le funzioni di telecomando tuttofare. Non per nulla al secondo posto, nella ricerca Deloitte che ha interessato un panel di 49.500 persone di 31 paesi del mondo, troviamo i dispositivi di sorveglianza. Presenti nelle abitazioni del 12% degli italiani. «I sistemi domotici di gestione e controllo rappresentano le applicazione IoT più apprezzate dagli italiani per monitorare quanto accade quando sono al lavoro e in vacanza – spiega ancora Donato - la ricerca mette in rilievo come il valore aggiunto risieda nell’utilità dei servizi e nella semplicità di installazione delle reti wireless».

La ricerca evidenzia come i dispositivi di sorveglianza rappresentano il primo mattone della “casa connessa” per il controllo remoto di altri oggetti. Dal riscaldamento all’illuminazione, ma anche irrigazione ed energia. A sorpresa si scopre poi che il 7% del campione dispone di speaker wireless, sia per l’ascolto senza fili della musica in tutte le stanze. Sia per l’uso come “maggiordomo digitale” abbinato ad app vocali. Ma dal report Deloitte emergono anche le ombre per la diffusione dell’Internet delle cose nel Belpaese.

Infatti il 58% degli italiani dichiara di non possedere alcun oggetto connesso, nè prevede di comprarlo nel corso del 2016. «Sono in molti a non sapere che cosa sia l’IoT, né capiscono la reale utilità. La domotica viene proposta nelle catene del consumer e bricolage in modalità modulare, spesso proposta alla stregua di gadget elettronici – continua Donato - l’utente non conosce il livello di complessità per installarli, né i reali benefici». Difficile quantizzare il valore dell’investimento in termini di costo-beneficio. Perchè le motivazioni di un generico risparmio energetico non risultano sufficienti.

Gli analisti puntualizzano anche l’atteggiamento degli italiani nel confronti del mercato emergente delle smart car. In attesa dell’arrivo dopo il 2020 dei modelli tipo Google car con guida completamente automatica, solo il 6% del campione si dice interessato all’auto senza conducente. Gli altri stanno con i piedi per terra e chiedono concrete funzionalità di aiuto alla guida. I dispositivi IoT più gettonati interessano gestione traffico e parcheggi. La manutenzione e diagnosi del motore, nonché sensori a comando vocale per l’intrattenimento di bordo.

twitter @utorelli







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